gli episodi sono talmente tanti, che fanno comprendere “la banalità” del male e il radicamento del sessismo, che pervade ogni ambito di vita… a 3 anni provo a fare la pipì “i piedi”, come i maschi, perchè ho già intuito che i maschi in fondo “valgono di più”, forse perchè mia madre ha lasciato il lavoro dopo aver avuto il primo figlio .. come fosse costreatta a scegliere o la sua carriere e la sua realizzazione o una famiglia a forse 10 anni respiro- nella mia famiglia materna – un sessismo diffuso, che fa dire a mio zio, vedendomi saltare sulle scale “non saltare che ti scende l’utero”, credo che a un maschio non avrebbe detto “ti scendono i coglioni” a 13 anni capisco che essere una donna in effetti è fonte di disagio, imbarazzo e che solo per essere donna sei “a rischio”. incominciano i commenti per strada sulle forme che iniziano a vedersi, i maschi a scuola alzano la gonna con battute disgustose, un compagno di classe si spoglia in classe mostrandosi nudo alle ragazze e via dicendo .. inzia il liceo – un periodo tranquillo, se non fosse che per strada continuano le battute e che in tram inizia a capitarmi qualche molestia di troppo .. palpeggiamenti che mi lasciano senza parole e impietrita dalla vergogna. a 22 anni l’episodio in cui ho avuto davvero più paura: sono in bicicletta in una strada isolata in mezzo ai boschi, è ferragosto, mi si avvicina una moto e il conducente inizia a toccarmi e cerca di farmi cadere dalla bici, dicendomi cose oscene e minacciandomi. io lì ho veramente paura. mi sento un animale braccato. il cuore accellera, mi guardo intorno. dopo attimi che sembrano interminabili compare una macchina all’orizzonte, la moto se ne va. io non sono in grado di fare nulla. pedalo solo più forte che posso per raggiunegre una strada trafficata. la salvezza. altri episodi in ordine sparso: maniaci che si fanno le seghe ed esibizionisti (un po’ in diverse parti del mondo), altri soggetti che ti seguono di notte mentre te ne vai in giro in bici, approcci disgustori alle fermate dei mezzi pubblici, fischi per la strada e apprezzamenti volgari ecc. ecc. … ordinarie molestie che solo le donne possono capire. a 25 anni, appena laureata, accompagno un collega ad un sopralluogo e gli chiedono “dottore, è la sua fidanzata” a 28 anni ricomincio a mettere le gonne (“rimosse” completamente dal guardaroba a 13 anni) e a vestirmi come voglio, anche con qualcosa che valorizzi il mio corpo di donna. ho capito che non è giusto negare la mia femminilità: non è essere donna il problema. il problema sono gli altri. per tutta la vita, dopo la laurea: tutta la famiglia non fa che chiedermi ossessivamente quando mi sposo, quando faccio un figlio. solo e ossessivamente quello. a 40 anni mi sposo. con un uomo che condivide il mio stile di vita, che è felice che io lavori, che viaggi, che abbia i miei interessi e le mie passioni. ma ancora questo non è sufficiente. ai miei genitori manca sempre qualcosa. non sono una buona moglie perchè in casa ci spartiamo i compiti, non sono una buona moglie perchè faccio qualche piccola vacanza da sola o con le amiche, non sono una buona moglie perchè non ho avuto figli, non sono una buona moglie perchè viaggio per lavoro e quasi tutte le settimane sono via di casa un paio di giorni. a un uomo tutto questo non è richiesto.